Nella pianura vercellese, tra alti pioppi e specchi di risaie regolari, sorge la Tenuta Colombara, un’antica cascina dove la famiglia Rondolino produce il riso Acquerello. Su questa isola formata dall’incontro di tradizioni e costumi sociali, in cui si conserva la memoria del passato nella continuità delle generazioni, approda l’arte. Un’arte che non può rinunciare al rapporto con il luogo, con la natura e la storia che lo caratterizzano.Nasce da questa premessa “La possibilità di un’isola”, mostra che prende il titolo da un romanzo di Michel Houellebecq, a cura di Ivan Quaroni. I protagonisti sono tre artisti di differenti provenienza e cultura: la tedesca Claudia Haberkern, il giapponese Kudo Masahide e l’italiana Brigitta Rossetti.
C’è un’intenso rimando di associazioni tra l’attività della Colombara e le opere degli artisti: come il luogo conserva una purezza originaria e appare sospeso nel tempo, così le opere riprendono l’arte della trasformazione del riso. Da un lato la metamorfosi subita dal seme si proietta nella lavorazione e mutazione che caratterizza l’opera d’arte, nella trasformazione dell’oggetto che lo porta alla fruibilità. Dall’altro, il ritmo del tempo e la lenta crescita stagionale del riso si fondono nel senso di sospensione e memoria temporale che le opere emanano. Di Brigitta Rossetti colpiscono le grandi tele raffiguranti dei fiori filiformi che si stagliano su specchi d’acqua, avvolti in un’atmosfera che ne sfoca i dettagli.

Brigitta Rossetti,”Fiori di Arlecchino”, acrilico su tela montata su legno con graffette e supporto in ferro, pigmenti e seggiolina in legno, 153×275 cm., 2013
Al tema dell’acqua si rifà anche l’istallazione Ipotesi di un’isola, che, assemblata con materiali poveri, restituisce l’idea di una barca a remi. Ciò che caratterizza l’artista è l’interposizione tra l’opera e lo spettatore di elementi appartenenti all’istallazione, quali scale e seggiole di riuso, che invitano a sostare davanti al quadro. Claudia Haberkern

Claudia Haberkern, “Herald of spring summers distillation”, tecnica mista con resina carta fibre vegetali, 80×58 cm. 2013
si occupa di scultura e con l’impiego di carta e resine indaga le forme naturali a metà tra astrazione e realtà. Queste opere sembrano galleggiare nel vuoto, fluttuare appese a un filo. La ricerca dell’artista verte sulla combinazione e la modulazione di singole forme che avvicinate o integrate tra loro restituiscano un’immagine compiuta. Vi si possono riconoscere forme vegetali e floreali, come ad esempio in Herald of spring (summer’s distillation), e il visitatore è invitato a spostarsi tra le opere. Kudo Masahide lavora invece su carta e cotone grezzo, su cui imprime segni vigorosi e calligrafici con carboncino e olio.
L’artista propone la complessità dell’atto del guardare, e l’osservatore diventa un esploratore che congiunge le tracce informali per riconoscervi la presenza umana. Nei lavori su carta affiorano forme naturali riconducibili a semi, pesci, fili d’erba. Le opere in mostra, quindi, declinano in modi diversi il rapporto tra arte e natura, tra homo faber e mondo naturale, in un climax di coinvolgimento: statiche e contemplative le opere di Brigitta Rossetti, sospese e fluttuanti per Claudia Haberkern, si caratterizzano da un segno vibrante e mosso in Kudo Masahide. Al termine della visita non resta che guardarsi attorno e immergersi nella natura circostante, luogo di pace e quiete.
In mostra dal 28 settembre al 26 ottobre 2014
Orari: lunedì, giovedì e venerdì dalle 14.30 alle 16.30; sabato e domenica dalle 11.00 alle 17.00 o su
prenotazione
Tenuta Colombara, Livorno Ferraris (VC)
colombarahul01@colombara-hulls.eu,
Tel. 0161 477832